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mercoledì 27 aprile 2011

MILANO - Pronta la nuova Stecca, ma resta chiusa




Le associazioni: la vecchia sede demolita, ora il Comune rispetti gli accordi


Pronta la nuova Stecca, ma resta chiusa


All'Isola mancano i permessi per entrare nel polo di artigiani e artisti dove «lavorano» 14 gruppi


MILANO - Sono relegati nella Scarpiera, e il nome non mente. È una capanna di assi, ondulati e lamiere da orto. Sede precaria e provvisoria. Da quattro anni. La nuova Stecca degli artigiani è stata costruita di fronte alla vecchia, in via De Castillia, vicino alla stazione Garibaldi. Ormai è finita. Ma le associazioni dell'Isola, gli artisti e i volontari non hanno ancora ottenuto dal Comune il permesso d'entrare: «Abbiamo spedito quattro lettere in sei mesi. Risposte: zero». Nell'accordo firmato nel 2007 si legge: «Le associazioni si trasferiranno nell'Incubatore delle arti dal 2009 al 2012». Siamo in ritardo di due anni, mancano 12 mesi alla scadenza. Ma i traslochi non sono mai iniziati: «Abbiamo chiesto più volte di essere convocati per verificare la validità dell'intesa - racconta Paolo Artoni, attivista del circolo di Legambiente -. Il nostro timore è che Palazzo Marino venga meno ai patti».

Le ruspe attaccarono la Stecca vecchia il 25 aprile 2007. La ex Tecnomasio Brown Boveri, fabbrica di motori per locomotive, doveva cadere e far spazio al nascente piano di riqualificazione Garibaldi-Repubblica. L'edificio storico venne demolito. La polvere, con i giorni, coprì le polemiche. Le associazioni «sfrattate» si riunirono nell'Associazione delle associazioni della Stecca degli artigiani (Ada) e trovarono un accordo con l'operatore Hines e Palazzo Marino. In sintesi: «Avrete una nuova casa in comodato d'uso gratuito all'interno del quartiere». L'Incubatore delle arti è stato progettato dall'architetto Stefano Boeri davanti al ristorante Ratanà, tra i grattacieli dell'Isola. Eccolo. Due piani di laboratori, spazi flessibili, un'ampia parete di vetro. Una casa trasparente, almeno nelle intenzioni.

Ci sono centinaia di volontari e cittadini che aspettano le chiavi. L'Associazione agricoltura biologica e il Coro di Micene, Critical Garden e la ciclo officina +BC, il Gruppo d'acquisto solidale e i Fabbricanti di gioie, gli Architetti senza frontiere, la scuola del fumetto. Spiegano da Palazzo Marino: «I ritardi? Bisogna completare la bonifica dei terreni, allacciare l'edificio alla fognatura ed eseguire i collaudi». Replicano dall'Ada: «Le scadenze del contratto sono state abbondantemente superate, non ci bastano le rassicurazioni, vogliamo certezze». Negli ultimi due anni il Comune ha proposto ad artigiani e volontari un secondo trasferimento «temporaneo» in un edificio di via Pepe, sempre all'Isola, ma la trattativa s'è arenata su una serie di dubbi. Chi paga il doppio trasloco? E perché volete spostarci? Quando sarà aperta la Stecca? «Difenderemo il nostro spazio fino all'ultimo», avvisano da Legambiente. Anche dai fantasmi.

Uno, in particolare, aleggia sull'Incubatore: «I tecnici del Comune hanno fatto visitare la struttura alla comunità di San Patrignano ed altre realtà del terzo settore - attaccano dall'Ada -. Non ci stiamo. La Stecca è nostra». La Stecca è arredata, linda. Vuota. Il cartello delle 14 associazioni di quartiere ha già presentato il business plan all'immobiliare Hines e al Comune: «Il progetto sociale "copre" 35 mila euro di spese l'anno, per cinque anni». Il gestore dell'Incubatore deve essere «validato» da Palazzo Marino.


Armando Stella Da il Corriere della Sera

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