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mercoledì 3 novembre 2010

ROMA - L'abbandono di Villa Borghese

Statue senza testa e rifiuti nei giardini
L'abbandono di Villa Borghese
Nel grande parco romano fontane, gruppi marmorei e busti «decollati»: l'ultima «vittima» è il faunetto dei Satiri. Immondizie abbandonate dietro le siepi.


Ad aprile, in via Omero, a Villa Borghese, venne inaugurato il busto del poeta georgiano del XII secolo Shota Rustaveli. L’ultimo artista della galleria di sculture perché, fu spiegato allora, nel parco non c’è più posto. Purtroppo però c’è sempre per i teppisti e i ladri d’arte, e anche per statue, fontane e gruppi marmorei deturpati. Di notte come di giorno.

L’ultimo episodio in ordine di tempo è stato l’altro ieri la decapitazione del faunetto della fontana dei Satiri, poco lontano dal laghetto della villa. Furto o vandalismo? Difficile dirlo, per ora. Anche perché se di teppisti si tratta l’operazione potrebbe aver richiesto loro parecchio tempo, visto che la scultura è in bronzo. Gli autori del gesto avrebbero così agito indisturbati nonostante Villa Borghese e i suoi capolavori artistici siano controllati 24 su 24 anche dalle telecamere. Sul furto indagano ora polizia e vigili urbani, intervenuti anche ieri sera a Villa Borghese per cercare i due rapinatori di un quarantenne in piazza delle Canestre.

Episodi che ripropongono il tema della sicurezza e del decoro dell’area, la più importante della città e la più visitata dai turisti di tutto il mondo, soprattutto all’indomani del recupero, da parte della guardia di Finanza del capo del Mephisto di Goethe, anch’esso rubato tempo fa e ritrovato nella tenda di due romeni alle porte di Ostia. C’è il sospetto, insomma, che anche questa volta per il piccolo fauno, più che di teppisti nella notte di Halloween, si possa essere trattato di ladri su commissione. «Sono affezionato a quella statua - spiega Renato Nicolini, ex assessore comunale alla Cultura della giunta Rutelli - sei mesi fa è stata intitolata a mio nonno Giovanni. Un’opera del 1929, un’allegoria della vita con satiro, ninfa e faunetto. Per staccarlo dalla struttura ci sarà voluto parecchio tempo...».

E, mentre ieri a Villa Borghese è stato intitolato un largo ad Anna Magnani, oggi saranno rimossi dagli scavi del Pincio i reperti archeologici trovati due anni fa durante i lavori per la realizzazione, poi sospesa, del parcheggio. La rimozione dei prefabbricati e dei depositi del parcheggio, bloccato dalla giunta Alemanno nel 2008, dipende invece «dalla Sovrintendenza archeologica comunale - spiega Paolo Capozzi, direttore dell’Ufficio città storica del Campidoglio - ci deve indicare il luogo in cui collocare i materiali di scavo prodotti durante i lavori di ripristino della terrazza». In via provvisoria i reperti saranno portati negli ambienti sotterranei sempre del Pincio. «Alemanno restituisca ai romani e ai turisti la bellezza e la dignità del Pincio - chiede Eugenio Patanè, candidato alla segreteria romana del Pd -. Come mai a cinque anni dall’apertura del cantiere del parcheggio interrato da 700 posti, progetto bloccato dall’attuale Giunta, il piazzale è ancora occupato da un’ampia recinzione verde che deturpa l’area?». Di «degrado evidente» parla invece il vicesegretario dell’Idv Lazio, Oscar Tortosa per il quale si tratta di «una situazione paradossale alla luce degli indennizzi che il Campidoglio ha versato alla società Sac per la revoca dell’appalto affidandole l’incarico di riportare il Pincio allo stato antecedente il cantiere».


Rinaldo Frignani  Corriere della Sera

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