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martedì 9 novembre 2010

MILANO - Piove in Santa Maria delle Grazie


LA DENUNCIA
Piove in Santa Maria delle Grazie
"Acqua dalla cupola del Bramante"
L'allarme lanciato dal priore per la pioggia che arriva sull'altare. "Vogliamo evitare un'altra Pompei"
L'intervento della soprintendenza è stato comunque immediato. "E' una costruzione delicatissima"
di ZITA DAZZI

Piove dentro la chiesa di Santa Maria alle Grazie. L’acqua entra dal lucernario della cupola del Bramante e cade proprio sull’altare maggiore, che per questo motivo è inagibile e sostituito da un altare provvisorio di legno messo qualche metro più avanti, in zona di sicurezza. Ad accorgersi dell’infiltrazione e della caduta d’acqua piovana sono stati i frati domenicani che custodiscono da secoli la chiesa, dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco.

Al momento non ci sono macchie d’umidità visibili nel tiburio attribuito al Bramante che, nella seconda metà del 400, era ingegnere ducale degli Sforza. Lodovico il Moro volle la chiesa inizialmente come mausoleo familiare. Oggi l’opera è fra i gioielli dell’architettura rinascimentale più ammirati al mondo. Ma anche se a occhio nudo non si vedono danni, terminata la pioggia, i segni inquietanti sono aumentati: sull’altare è caduto uno strano pulviscolo, probabilmente salnitro che si stacca dall’intonaco della cupola

E così, per verificare che cosa stia accadendo a uno dei più importanti monumenti della città e del Paese, i tecnici della Sovrintendenza ai Beni architettonici sono stati sul luogo, allertati dal priore, padre Gianni Festa. «È chiaro che dopo quel che è accaduto a Pompei, chiunque custodisca un bene di questa natura è col cuore in gola — spiega il priore — Noi a maggior ragione, visto che questa costruzione è delicatissima e bisognosa di una manutenzione costante e capillare. Ogni minimo segno di degrado dev’essere interpretato e curato, infatti abbiamo i restauratori praticamente sempre all’opera all’interno della basilica». Ancora nessuno, fra le centinaia di turisti che ogni giorno si riversano in chiesa per ammirare le decorazioni murarie e gli affreschi sopravvissuti anche ai bombardamenti del 1943, si è accorto del problema nella cupola bramantesca. Lo conoscono solo i frati e i restauratori all’opera in questi giorni nella parte anteriore della chiesa

L’allarme lanciato dal priore è stato immediatamente recepito. Lo conferma la sovrintendente regionale ai Beni paesaggistici, Caterina Bon Valsassina: «Siamo al già al lavoro. Credo si tratti di un problema di entità relativamente ridotta, ma i tetti di questo tipo di opera vanno tenuti monitorati con costanza, ogni anno». Sul posto è arrivato lo specialista della Sovrintendenza ai beni architettonici, che ha fatto un primo sopralluogo, in vista di un approfondimento dell’analisi già dai prossimi giorni. «Bisognerà fare un sopralluogo sopra al tiburio, se possibile con alcuni scalatori o con un braccio meccanico. È l’unico modo per vedere da vicino che cosa accade e per quantificare l’entità del problema», spiega il sovrintendente Alberto Artioli. I frati stessi riconoscono l’attenzione costante delle sovrintendenze e del provveditorato alle opere pubbliche, dato che la chiesa e l’adiacente ala del convento che ospita il Cenacolo sono di proprietà del Demanio statale.

«In Santa Maria alle Grazie la manutenzione è continua, ci sarebbe bisogno di avere qualche decina di persone all’opera come succede per la fabbrica del Duomo — aggiunge Artioli — ma è la prima volta, dall’ultimo restauro che ci sono infiltrazioni d’acqua dalla cupola. Magari si è mossa qualche tegola, la copertura è fatta di rame e di tegole, speriamo di poter sistemare il problema con un intervento dei restauratori in cordata, come fatto in passato. Altrimenti sarà necessario mettere un ponteggio interno, perché non ci sono rampe d’accesso dall’esterno».


La Repubblica

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