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mercoledì 9 giugno 2010

ROMA - "Palazzi più alti del Cupolone"


A Roma cade l'ultimo tabù
L'idea del sindaco Gianni Alemanno: nelle periferie bisogna rompere il veto della crescita in altezza. Addio al "vincolo San Pietro" e pronti a costruire grattacieli. Con polemiche e un referendum
di FRANCESCA GIULIANI

Grattacieli in periferia, che superino in altezza persino la cupola di San Pietro e siano perciò in grado di riqualificare e ridisegnare porzioni di città lontane dal centro storico, troppo spesso trascurate. Parla della Roma del futuro il sindaco Gianni Alemanno, a Milano in occasione dell'apertura dell'Eire, l'Expo Italia Real Estate: "La città storica - sottolinea - deve mantenere l'antico vincolo di non superare il Cupolone, ma nella periferia dobbiamo poter costruire in altezza, perché è necessario trasformare le periferie, demolirle e ricostruirle". A volerne fare una questione teorica, si può dire che si mira a infrangere il tabù per realizzare il totem, abbandonare la morbida orizzontalità del paesaggio (i sette colli) per cedere alla più topica delle sfide umane, dalla torre di Babele allo skyline di Hong Kong, il migliore del mondo. È la tendenza, insomma, a toccare il cielo con un dito, ora anche nella città del Papa.
Grattacieli in periferia, che superino in altezza persino la cupola di San Pietro e siano perciò in grado di riqualificare e ridisegnare porzioni di città lontane dal centro storico, troppo spesso trascurate. Parla della Roma del futuro il sindaco Gianni Alemanno, a Milano in occasione dell'apertura dell'Eire, l'Expo Italia Real Estate: "La città storica - sottolinea - deve mantenere l'antico vincolo di non superare il Cupolone, ma nella periferia dobbiamo poter costruire in altezza, perché è necessario trasformare le periferie, demolirle e ricostruirle". A volerne fare una questione teorica, si può dire che si mira a infrangere il tabù per realizzare il totem, abbandonare la morbida orizzontalità del paesaggio (i sette colli) per cedere alla più topica delle sfide umane, dalla torre di Babele allo skyline di Hong Kong, il migliore del mondo. È la tendenza, insomma, a toccare il cielo con un dito, ora anche nella città del Papa.

La Repubblica

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