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venerdì 22 gennaio 2010

SALERNO - Si inaugura a Ravello l’Auditorium “Oscar Niemeyer”



Musica, danza, cinema e un omaggio all’architetto brasiliano


72 mesi per avviare i lavori, 40 mesi per la realizzazione e otto sentenze della magistratura: a conclusione di questo lungo iter si inaugura dal 29 al 31 gennaio a Ravello l’Auditorium “Oscar Niemeyer”; tre giorni di musica, danza e cinema, con ampi spazi dedicati all’approfondimento culturale, passando per l’omaggio doveroso a Oscar Niemeyer.

Due imperdibili convegni arricchiscono la tre giorni di interessanti momenti di riflessione. Alcuni tra i più importanti architetti si riuniranno sabato 30 gennaio alle 14.30 in Villa Rufolo per celebrare il genio di Niemeyer nel convegno, coordinato da Claudio Gambardella, “Omaggio a Niemeyer” con una lectio magistralis di Cesare de’ Seta e interventi di Mario Antonio Arnaboldi, Pio Baldi, Luca Biancoviso, Claudio Claudi de Saint Mihiel, Massimiliano Fuksas, Carmine Gambardella, Federico Motterle, Massimo Pica Ciamarra, Paolo Portoghesi, Luigi Prestinenza Puglisi, Lionello Puppi, Piero Sartogo e Oliviero Toscani che con il suo staff sarà presente nei tre giorni dell’inaugurazione per immortalare i momenti più significativi.

L’idea di affidare la progettazione dell’auditorium a Oscar Niemeyer era venuta a Secondo Amalfitano, allora sindaco di Ravello, parlandone con il giornalista brasiliano Roberto d’Avila nei primi giorni del luglio 2000. Tornato in Brasile, il 7 luglio Roberto d’Avila aveva portato la richiesta a Oscar Niemeyer, rivolgendogliela a nome di Domenico De Masi, legato a Niemeyer da profonda stima e amicizia. L’Architetto aveva accolto generosamente la richiesta di De Masi e lavorato al “concept” intensamente, per oltre settanta giorni, come dichiarò egli stesso in interviste ai media brasiliani e nella “spiegazione necessaria” da lui acclusa al “concept”. Nel consegnare a De Masi i primi risultati del suo lavoro, Niemeyer aveva ribadito l’entusiasmo per questa sua opera e spiegato dettagliatamente le intenzioni ad essa sottese: creare un complesso architettonico non eccessivamente costoso, semplice e ardito al tempo stesso, capace di inserire nel paesaggio ravellese un segno inconfondibile ma non dissonante.

All’auditorium, la cui realizzazione è stata affidata alla Edil Atellana, cooperativa anti-camorra con sede ad Orta di Atella nel casertano, si accede da una piazza oblunga che consente di godere, al tempo stesso, dello strepitoso panorama e dell’edificio. Nella sala, il posto per il pubblico sfrutta il declivio naturale del terreno; il posto per l’orchestra e il foyer sono arditamente aggettanti nel vuoto come il palco di villa Rufolo, ma senza sostegni. La perfezione è assicurata dall’edificio concavo come la perfetta cassa armonica di un mandolino e il paesaggio è godibile attraverso l’ampia vetrata di accesso e dall’oblò dietro l’orchestra. Il lato opposto all’ingresso, meno finestrato, protegge l’Auditorium dalle costruzioni confinanti e, visto dall’esterno, allude alle radici storiche del paese attraverso la silhouette che ricorda un elmo medievale.

L’ingresso dell’auditorium, un grande salone aperto sul paesaggio, un muro curvo e basso che crea il palcoscenico, il parterre, il mezzanino e la cabina di proiezione. Tutto qui.
L’entrata dell’auditorium protetta da una copertura in forma spettacolare, per conferire al progetto un aspetto nuovo, capace di creare la sorpresa desiderata. Per consentire ai passanti di avere una veduta più completa dell’auditorium, è stata disegnata una piazza, arricchita dal magnifico panorama, potrà costituire, indipendentemente dall’auditorium, un luogo d’incontro di particolare interesse. E così, nella sua modestia di genio assoluto, Niemeyer chiude la sua descrizione del progetto: “E io mi metto a immaginare, soddisfatto, questa piazza costruita, degna – forse – della città di Ravello, una delle più belle d’Italia”.

La mostra Oscar Niemeyer: architetture italiane, che ha luogo in Villa Rufolo, resta aperta al pubblico tutti i giorni fino al 28 febbraio, dalle 10 alle 18.


Fonte: comunicati stampa Fondazione Ravello

Da Archiportale

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