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lunedì 15 giugno 2009

TORINO - Ore 21, Porta Nuova è terra di nessuno




Chiusi biglietterie e bar: per chi viaggia è un deserto

«La biglietteria è aperta?». No. Sono le 21,30 e gli uffici di Trenitalia a Porta Nuova sono chiusi da mezz’ora quando il signor Albino Supertino si stanca di litigare con il distributore automatico dei ticket. «Io arrivo da Cuneo e devo mandare un mio dipendente al Sud dove ho un cantiere, ma qui come si fa? - chiede -. Non mi aspettavo un deserto del genere. A Torino». Ma se hai dei dubbi, basta chiedere agli stranieri per capire come gira il mondo da quando c’è la tecnologia. A Liverpool, a Manchester nelle stazioni è tutto aperto? «Closed», chiuso, dice l’inglesina universitaria Amande diretta a Roma con il treno delle ore 21,53.

Dunque, pazienza per le biglietterie, ma se uno vuol comprare una rivista? Le saracinesche dell’edicola si abbassano alle 21, 21,15; «Dipende dalla gente che c’è», spiega Gian Donato Rizzi, 52 anni, di cui 30 lavorando nell’atrio che si affaccia su 20 binari. Ha visto cambiare il commercio, i servizi, gli arredi e dice che quella che sta sorgendo «è la migliore». Ma quando aprirà? «Doveva essere pronta a inizio anno, ed è stata inaugurata il 4 febbraio scorso, ma il cantiere prosegue.». I carpentieri lavorano la notte per cercare di recuperare tempo e per disturbare meno i passeggeri dei convogli in arrivo e in partenza, una quarantina fino a mezzanotte e passa.

Porta Nuova è la terza stazione italiana per flusso di passeggeri dopo Roma Termini e Milano Centrale: 192 mila transiti giornalieri e 70 milioni di frequentatori l’anno, su circa 400 treni al giorno. Qui: la tabaccheria chiude alle 22, il bar alle 23. Riaprono alle 6 - 6,30.

Ogni sera sono centinaia i possibili clienti, i passeggeri, che si aggirano spaesati nei corridoi, ben illuminati, ma sbarrati da serrande, cordoli, divieti. E questo stride ancor di più da quando è entrato in funzione il nuovo tratto di metropolitana da Porta Susa a Porta Nuova, e l’ultimo metrò parte alle 00,30.

Gli accessi sono pattugliati dalla polizia. Il clima, l’ambiente rassicurano, si ha la sensazione della sicurezza. L’edicolante Rizzi conferma: «Il controllo c’è. Il numero di clochard, barboni è diminuito, le sale d’attesa sono vigilate, non ci sono posti dove fare un giaciglio. E il servizio delle forze dell’ordine è costante».

Compie 145 anni a dicembre la struttura costruita da Alessandro Mazzucchetti. L’avvio dei cantieri è datato 1861, ma la prima apertura al pubblico avvenne nel 1864.

Il rilancio, affidato a Grandi Stazioni, si estende per 97 mila mq, di cui i fabbricati occupano 92.747 mq. Di questi, 44.146 sono oggetto della prima fase dell’opera di riqualificazione.

Nel progetto si annuncia che le superfici destinate ai servizi per il viaggio, ristoro, shopping, la cultura e il tempo libero registreranno un incremento considerevole, determinato dalla realizzazione di nuove strutture e sistemi di percorrenza. Esercizi e negozi saranno aperti anche la sera? Le quattro edicole saranno nell’atrio a lato del centro commerciale che chiuderà alle 22.

Per chi si è scordato di comprare un giornale? «Nei periodi estivi, quando c’è più movimento, augurandoci che ci sarà - dice Rizzi -, restiamo aperti finchè c’è gente, e speriamo che ci sia».

Ci sono tre, quattro taxisti davanti a Porta Susa e con la polizia ferroviaria sono gli unici servizi pubblici visibili. La metropolitana chiude alle 23,45, il bar, l’edicola, le biglietterie sono ferme da ore. Daniele Petri e Silvio Nicosia, entrambi di 54 anni, da decenni al volante per il 5730, attendono i viaggiatori provenienti da Milano alle ore 24 e alle 2,05: «Ma c’è poco lavoro. E’ dal 1991 dalla “guerra del golfo”, quella del petrolio, che Torino ha perso vita notturna, da due anni la situazione è ancora peggiorata, si lavora un po’ le sere di venerdì e sabato, per il resto è crisi nera». Verso le 3 arriva l’autobus da Saint Vincent, lo chiamano «il pullman dei falliti», e spesso gli spiccioli rimasti loro in tasca non bastano per tornare a casa.

Da La Stampa

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